Che settimana! #51/23
L'Ecofin approva la riforma del Patto di Stabilità | Il Parlamento italiano boccia il Mes | Via libera all'accordo Ue sui migranti | Trattativa Onu sul stop alle ostilità a Gaza
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I fatti della settimana
Le sette notizie degli ultimi sette giorni da conoscere per non perdere il filo.
1️⃣ Il nuovo Patto (di Stabilità)
Nel corso dell’Ecofin straordinario convocato mercoledì in videoconferenza, i ministri delle Finanze Ue hanno approvato all'unanimità l’accordo per la riforma del Patto di Stabilità, concludendo un negoziato per rivedere le regole messe in pausa durante la pandemia (Il Sole 24 Ore). Le nuove norme puntano principalmente a contenere il debito, introducono maggiore flessibilità per gli aggiustamenti fiscali e misure di salvaguardia per garantire la riduzione di debito e deficit (Bloomberg). L’intesa è stata favorita dall’annuncio, giunto mercoledì, che Francia e Germania avevano individuato una posizione congiunta su come sostenere gli investimenti tra 2025 e 2027 nei casi in cui i deficit di bilancio superano il limite Ue (Reuters). L’accordo, di fatto, ha imposto all’Italia di allinearsi al compromesso deciso tra Parigi e Berlino (Ansa).
2️⃣ Non c’è Mes per nessuno
In Italia, giovedì la Camera ha respinto la ratifica del trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità, bloccando così l’entrata in vigore delle modifiche al trattato sul Fondo Salva Stati e le misure di supporto alle banche previste in caso di crisi da gennaio 2024 (Repubblica). L’esito del voto - spinto dalla volontà di Fratelli d’Italia e Lega di mantenersi coerenti sul no al provvedimento in vista delle elezioni europee 2024 - ha evidenziato una spaccatura nella maggioranza dove i due partiti hanno votato contro, mentre Forza Italia si è astenuta e fa dell’Italia l’unico Paese tra i 20 dell’Eurozona a non aver ratificato le modifiche al Mes (Il Sole 24 Ore).
3️⃣ Fortezza europea
Parlamento, Consiglio e Commissione Ue hanno raggiunto l’accordo politico sul pacchetto migrazioni e asilo, introducendo il principio della “solidarietà obbligatoria”, che comporta l’impegno per tutti gli Stati a dare un contributo sotto forma di ricollocamenti o di versamenti di fondi come compensazione (Eunews). La riforma, in discussione da anni, è stata critica dalle Ong, secondo cui c’è il rischio che aumentino gli abusi alle frontiere e le vittime in mare (Guardian).
4️⃣ Rinvii
Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha rimandato ripetutamente nel corso della settimana il voto su una risoluzione sullo stop al conflitto a Gaza: la ragione riguarda l’opposizione degli Stati Uniti all’uso dell’espressione "cessazione delle ostilità", successivamente modificata in "sospensione delle ostilità" (Guardian). Giovedì, infine, Washington ha dichiarato di essere pronta a sostenere una risoluzione in cui si chiede di "creare le condizioni per una cessazione sostenibile delle ostilità" e “misure urgenti” per consentire l’accesso di aiuti umanitari senza ostacoli e sotto la supervisione dell'Onu (Guardian).
5️⃣ Escluso
La Corte suprema del Colorado ha stabilito che Donald Trump non potrà partecipare alle primarie presidenziali nello Stato, per via del suo ruolo nell'attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021. La sentenza, temporaneamente sospesa, potrà essere impugnata dall’ex presidente per chiederne la revisione entro il 4 gennaio presso la Corte Suprema federale (Nyt).
6️⃣ Un nuovo corso
Papa Francesco ha autorizzato ufficialmente, attraverso la pubblicazione della dichiarazione "Fiducia supplicants", la benedizione in chiesa di coppie "irregolari" o omosessuali (Corriere).
7️⃣ Si può fare
Con una decisione a sorpresa, la Corte di Giustizia dell'Ue ha stabilito, riguardo al ricorso della Super League Europea contro il monopolio di Fifa e Uefa per l'organizzazione delle competizioni calcistiche internazionali, che le norme delle due federazioni sull'autorizzazione preventiva violano il diritto comunitario (Politico). Il nuovo progetto potrebbe partire nella stagione 2025-26 (Gazzetta), anche se i grandi club europei stanno prendendo le distanze dall'iniziativa (Bloomberg).
Buone letture
Per finire in bellezza, perché la vita non è solo “hard news”, il nostro approfondimento domenicale in omaggio per te.
*️⃣ Letture dal carcere
Sei mesi, quattro libri e una giuria composta da trecento detenuti ospiti di 25 carceri di sei diversi Stati americani. L’Inside Literary Prize è un’iniziativa ideata dall’associazione no-profit Freedom Reads, che costruisce biblioteche e fornisce libri nelle carceri, e della National Book Foundation che organizza uno dei più prestigiosi premi letterari negli Usa. L’obiettivo è rendere parte del dibattito culturale anche donne e uomini che stanno scontando una pena detentiva (Nyt). Un’iniziativa simile era già stata lanciata un anno fa in Francia con il “Goncourt des détenus”, arrivato adesso alla seconda edizione (La Croix).
Penne brillanti Ma sono anche diverse le iniziative per favorire la produzione letteraria dietro le sbarre. Dal 2017 l’American Short Fiction ha indetto l’Insider Prize tra i carcerati texani per premiare i migliori racconti (Literary Hub). L’associazione Pen America ha lanciato già da diversi decenni i Prison Writing Awards che selezionano le migliori composizioni, suddivise per categorie, realizzate da detenuti in tutti gli Usa. Tra i riconoscimenti ne è stato creato uno riservato alle donne incarcerate, il Bell Chevigny Prize (Axios). Anche in Italia esistono però iniziative del tutto simili come il Premio Carlo Castelli, arrivato quest’anno alla sedicesima edizione (Il Messaggero).
Ostacoli esistenti Ma nonostante questi progetti per incentivare la letteratura nei penitenziari, l’accesso ai libri da parte dei carcerati rimane un problema. Alcuni studi hanno messo in evidenza come i titoli banditi all’interno delle carceri stiano crescendo a una velocità nettamente superiore ai volumi esclusi dalle normali biblioteche e spesso con motivazioni non riguardanti i contenuti (Guardian). In alcuni casi sono gli stessi detenuti coinvolti in queste attività letterarie a denunciare una vera e propria forma di censura che impedisce loro di avere a disposizione i libri sulla base di decisioni la cui legittimità è perlomeno dubbia (BostonGlobe).
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