Che settimana! #36/23
L'ora dei summit asiatici | Nessuna intesa sul grano ucraino | La stretta del governo sui minori, mentre si tratta sulla manovra | Frenata per il Pil dell'Eurozona
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Questa è Che Settimana!, la rassegna con la sintesi delle notizie più importanti della settimana, fatta per te dalla redazione di Good Morning Italia.
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I fatti della settimana
Le sette notizie degli ultimi sette giorni da conoscere per non perdere il filo.
1️⃣ Dall’Asean al G20
I leader dei 10 Stati del sud-est asiatico si sono incontrati a Giacarta per il summit annuale dell’Asean. Il premier cinese Li Qiang ha detto che serve scongiurare “una nuova guerra fredda” (Reuters). Il presidente cinese Xi Jinping non parteciperà al summit del G20 che si apre domani a Nuova Delhi (Bbc), mentre un bilaterale con il leader Usa Joe Biden potrebbe saltare anche verso fine anno a causa delle tensioni Washington-Pechino (Ft). In visita in Cina, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato una "nuova stagione di cooperazione rafforzata" (Ansa), ma Roma si prepara a uscire dai progetti della Nuova Via della Seta (Corriere).
2️⃣ Fumata nera
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha incontrato, a Sochi, l’omologo russo Vladimir Putin per discutere del ritorno di Mosca nell’accordo sull’export di grano ucraino attraverso il Mar Nero (Reuters) e della creazione di un hub commerciale di gas russo in Turchia (Bloomberg). Il capo del Cremlino ha però ribadito che, in cambio del rilancio dell’intesa sui cereali, vuole la fine delle restrizioni occidentali all’esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti russi (Ap).
3️⃣ Valzer di poltrone in tempo di guerra
Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov si è dimesso dopo che il presidente Volodymyr Zelensky ne aveva annunciato la sostituzione con Rustem Umerov (Ap), in risposta ai vari casi di corruzione nell'esercito (Nyt). La nomina di Umerov, primo tataro di Crimea a ottenere un incarico governativo di rilievo, è vista come un segnale della volontà di Kiev di riconquistare la regione (Politico).
4️⃣ Stretta sui minori
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al nuovo decreto contenente misure riguardanti i reati commessi dai minori: scende da nove a sei anni la soglia della pena che consente di applicare la custodia cautelare. Non è stato previsto, invece, alcun abbassamento dell’età per l’imputabilità (Repubblica). Tra le misure, anche il daspo urbano esteso ai 14enni, stretta su smartphone e social, e rischio di carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola (Il Sole 24 Ore).
5️⃣ Alle grandi (?) manovre
Mercoledì si è tenuto un vertice di maggioranza tra la premier Giorgia Meloni, i suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani e i capigruppo del centrodestra per definire le priorità dell’autunno, con l’obiettivo di “concentrare le risorse su salari, sanità, famiglie e pensioni” (Agi). Assente, invece, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che invita a una “manovra prudente” (Corriere). Tra le ipotesi, quella di limitare il Superbonus ai soli redditi più bassi per contenere l’indebitamento pubblico (Linkiesta).
6️⃣ Crescita al palo
Il Pil dell'Eurozona è cresciuto solo dello 0,1% nel secondo trimestre del 2023: a contribuire al rallentamento sono in particolare i dati dell'Italia (-0,4%) e della Germania (0%), come nota Bloomberg. Inoltre, a luglio la produzione industriale tedesca è scesa dello 0,8% rispetto al mese precedente (Reuters). Lunedì la Commissione europea pubblicherà la sue previsioni economiche d’estate: si prevede un taglio delle stime rispetto all’1% di maggio (Repubblica).
7️⃣ Una legge per domarli
La Commissione europea ha designato sei piattaforme online come “gatekeeper” ai fini dell’applicazione del Digital Markets Act, il provvedimento che punta a regolare la concorrenza sui mercati digitali: sono Alphabet (Google), Amazon, Apple, Meta (Facebook, Instagram, WhatsApp), Microsoft e ByteDance (TikTok). Le Big Tech hanno tempo fino a marzo per adeguarsi alla normativa Ue; dopo scatteranno le sanzioni, che arrivano fino al 20% del fatturato annuo globale in caso di recidiva (Eunews).
Buone letture
Per finire in bellezza, perché la vita non è solo “hard news”, il nostro approfondimento domenicale in omaggio per te.
*️⃣ Fan pericolosi
Sembra che le persone abbiano dimenticato come ci si comporta in pubblico, in particolare ai concerti, tra oggetti di ogni tipo lanciati sui palchi e vere e proprie aggressioni. Alcuni esperti danno la colpa alla pandemia e al lockdown, che avrebbe disabituato alla convivenza con il prossimo. Per altri c’entrano anche i social media, che portano le persone a comportarsi in maniera bizzarra per comparire nei video che poi diventano virali (Guardian).
Come in un rito La verità è che nessuno sa quale sia la ragione di questo fenomeno. C’è da dire che i concerti ultimamente stanno assumendo sempre di più una dimensione religiosa, da rituale dionisiaco di massa e anche questa potrebbe essere la ragione di questi comportamenti sopra le righe da parte del pubblico. Negli ultimi anni, infatti, è mutato anche il rapporto del fan con l’artista, il primo sempre più stan (termine coniato da Eminem per indicare un ammiratore fanatico e ossessionato) e il secondo trasformato in idolo (Rivista Studio)
Qual è la novità? The Conversation scrive però che non sta accadendo niente di nuovo. Circa 180 anni prima che i fan lanciassero fiori a Harry Styles, il compositore e pianista Franz Liszt era oggetto di un'adorazione fanatica. Il suo tour in Germania del 1841-42 vide folle di persone ricoprirlo di fiori e altri doni. Era un fenomeno relativamente nuovo, patologizzato e criticato, ma nel corso del tempo, questi comportamenti “maniacali” vennero normalizzati e persino celebrati, come accadde con la Beatlemania, intesa come un momento spartiacque di esuberanza culturale. L’importante, conclude l’articolo, è che il comportamento non sfoci in violenza perché in tal caso a pagarne le conseguenze sarebbe la musica dal vivo con un inasprimento delle regole di sicurezza ai concerti.
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