Che settimana! #32/23
In cerca di una mediazione tra Russia e Ucraina | L'Ecowas approva la mobilitazione delle forze in Niger | Imposta sui profitti bancari | La Cina scivola nella deflazione
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Questa è Che Settimana!, la rassegna con la sintesi delle notizie più importanti della settimana, fatta per te dalla redazione di Good Morning Italia.
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I fatti della settimana
Le sette notizie degli ultimi sette giorni da conoscere per non perdere il filo.
1️⃣ Tentativi di mediazione
Si è concluso senza annunci concreti il summit di Gedda, in Arabia Saudita, per discutere le linee guida verso un accordo per la pace in Ucraina (Cnn). Secondo L'Orient-Le Jour+, gli Emirati Arabi Uniti sarebbero al lavoro per far incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l’omologo russo Vladimir Putin in occasione della Cop28 in programma a Dubai a novembre. Anche Ankara mira a rilanciare l'accordo sul grano, i colloqui di pace e un cessate il fuoco tra Kiev e Mosca in una imminente visita del capo del Cremlino in Turchia (Politico).
2️⃣ Via alla mobilitazione
I Paesi della Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale (Ecowas) hanno ordinato la mobilitazione di una forza d'intervento per ripristinare l'ordine costituzionale in Niger, dopo il colpo di Stato del 26 luglio. Non si tratta di un'operazione militare immediata e non è chiaro quale sarebbe la composizione del dispiegamento. Potrebbero comunque volerci settimane per assemblare le truppe, potenzialmente lasciando spazio ad altri negoziati (Reuters). Nel frattempo, la giunta militare ha formato un governo composto da 21 ministri (Dw).
3️⃣ Leggi per tutti
A sorpresa, il governo italiano ha annunciato un'imposta straordinaria del 40% sugli extraprofitti delle banche applicata ai bilanci 2022 e 2023 (Il Sole 24 Ore). La norma è stata approvata insieme ad altre misure contenute in due decreti legge omnibus licenziati dal Consiglio dei Ministri. Tra le altre novità l'aumento del 20% delle licenze dei taxi (Sky TG24) e l'iniziativa contro il caro voli (La Stampa).
4️⃣ Dragone ammaccato
L’export e l’import della Cina sono scesi oltre le attese a luglio, facendo sorgere nuovi dubbi sulla tenuta economica del Paese. Le esportazioni sono calate del 14,5% su base annua, le importazioni del 12,4% (Reuters). La Cina scivola nella deflazione, per la prima volta in oltre due anni, appesantita da consumi interni che stentano a ripartire: l’indice dei prezzi al consumo segna un -0,3, quello dei prezzi alla produzione si è nuovamente contratto a luglio (-4,4%), decimo mese consecutivo (Repubblica).
5️⃣ Il sogno amazzonico
A Belem, in Brasile, si è svolto il summit sull'Amazzonia. È il primo vertice in 14 anni dell'Organizzazione del trattato di cooperazione amazzonica (Otca). Lo scopo è quello di tracciare un percorso comune per la protezione della bioregione e per combattere la criminalità organizzata. Lula ha promesso di riparare ai danni fatti dall’ex presidente Jair Bolsonaro e di far entrare la regione in "un nuovo sogno amazzonico", impegnandosi a raggiungere la deforestazione zero entro il 2030” (The Guardian).
6️⃣ Sfida tech
Il presidente Usa Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo per vietare investimenti americani in settori chiave del mondo tecnologico e militare cinese come la produzione di processori o le applicazioni dell'AI (Nyt). Il Financial Times+, però, scrive che le aziende tech cinesi hanno ordinato chip da Nvidia per cinque miliardi di dollari per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale (Reuters).
7️⃣ Addio
È morta la scrittrice e intellettuale Michela Murgia. Aveva 51 anni ed era malata di cancro da tempo (Repubblica). Aveva parlato della sua malattia in una recente intervista al Corriere.
Buone letture
Per finire in bellezza, perché la vita non è solo “hard news”, il nostro approfondimento domenicale in omaggio per te.
*️⃣ Cerco l’estate tutto l’anno
E se la prossima risposta automatica di “out of office” dritta nelle vostre caselle di posta elettronica recitasse “Spero che questa e-mail non ti trovi“? Autrice del libro “Le grandi dimissioni”, su Lucy la sociologa Francesca Coin ripercorre i contorni del fenomeno che, negli ultimi due anni, ha portato circa cento milioni di persone a lasciare il proprio lavoro nei soli Stati Uniti (Bloomberg). La domanda da porci, in sintesi, è se la vita che stiamo vivendo è quella che vogliamo vivere. E se il lavoro che facciamo non sia un ostacolo a un’esistenza piena di significato.
C’è di meglio Per quanto adesso il trend sembri frenare (Nyt), il fenomeno delle grandi dimissioni è legato a una presa di coscienza della propria “indisponibilità a sottostare a regole tossiche e vessatorie che numerosi contesti lavorativi impongono”, scrive Coin. Questo, spiega il Nyt, porta molte donne e molti uomini a sperimentare stress da lavoro quando non sono in servizio: nel cuore della notte, nel tempo libero trascorso con famiglia e amici o durante gli spostamenti. Fare le valigie non è, tuttavia, scontato, soprattutto nei casi in cui ci troviamo davanti a un impiego da cui è difficile dissociarsi perché riteniamo ci definisca in quanto persone (Bbc).
Well done Molti datori di lavoro hanno quindi capito che la busta paga va associata a maggiore flessibilità e ad altre fonti di sprone (Harvard Business Review): riconoscimento e apprezzamento non pagheranno bollette e affitto, ma possono rendere turni pesanti più facili da tollerare (Nyt). Eppure, dopo decenni di discorsi motivazionali, consigli per la carriera e business guru, c’è da chiedersi se non sia arrivato il momento dei de-motivatori di professione. Come il “life coach” alternativo Self-Help Singh, personaggio di fantasia del comico indiano Masood Boomgaard: “Basta con il work hard, play hard. Work less, play more!”.
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