Che settimana! #28/23
Vertice Nato, l'Ucraina resta in lista d'attesa | L'incontro tra Putin e Prigozhin | Pnrr, rischio ritardo anche per la quarta rata | Negli Usa l'inflazione rallenta | La morte di Milan Kundera
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I fatti della settimana
Le sette notizie degli ultimi sette giorni da conoscere per non perdere il filo.
1️⃣ In lista d’attesa
Il vertice Nato di Vilnius si è concluso con la dichiarazione da parte dei Paesi membri che il futuro dell’Ucraina è nell’alleanza, ma senza indicare delle date per il percorso di adesione (Bbc). Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha criticato come “assurda” la mancanza di un calendario (Politico), ma a fine vertice ha ringraziato per l’apertura al riguardo (Corriere). La Turchia ha infine dato il suo via libera all’ingresso della Svezia nell’Alleanza Atlantica (Cnn), in cambio di passi avanti sull’acquisto da parte di Ankara di aerei da combattimento F-16 (Cnn).
2️⃣ Dopo la rivolta
Il 29 giugno, cinque giorni dopo la rivolta fallita tentata dal Gruppo Wagner, il presidente russo Vladimir Putin e il leader del gruppo mercenario Yevgeny Prigozhin si sono incontrati per tre ore, durante le quali hanno analizzato le azioni condotte in Ucraina e gli eventi che hanno caratterizzato la stessa ribellione (Reuters). Secondo il Wall Street Journal+, tredici ufficiali russi di alto livello, tra cui il capo delle Forze aerospaziali Sergeij Surovikin (Bbc), sarebbe stati arrestati e interrogati perché sospettati di complicità nel tentato golpe.
3️⃣ Un’Europa più verde
Il Parlamento europeo ha approvato con 336 voti a favore e 300 contrari la legge sul ripristino delle aree naturali che mira a recuperare il 20% delle aree terrestri e marine dell’Ue entro il 2030. 21 deputati del Ppe hanno votato a favore, nonostante il gruppo fosse schierato contro il provvedimento (Politico).
4️⃣ Le vicissitudini del Pnrr
L’Italia rischia di ricevere in ritardo anche la quarta rata dei fondi del Pnrr, pari a 16 miliardi di euro, perché solo dieci dei 27 obiettivi previsti erano stati raggiunti alla scadenza del 30 giugno (Linkiesta). La cabina di regia dedicata ha perciò deciso di modificare dieci obiettivi intermedi (Il Sole 24 Ore), mentre il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto ha confermato che l’esecutivo intende richiedere il versamento dell’intera rata (Il Sole 24 Ore).
5️⃣ Una riforma travagliata
Dopo un colloquio con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha aperto alla possibilità di modificare in aula il testo della riforma della giustizia riguardo ai reati di abuso d'ufficio e traffico di influenze (Linkiesta). In parallelo, il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano ha assicurato che il governo non intende fare "passi indietro" sul concorso esterno in associazione mafiosa, contrariamente alle affermazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio (Rainews). La settimana è trascorsa tra le polemiche dentro e fuori la maggioranza riguardo alle vicende giudiziarie che coinvolgono la ministra del Turismo Daniela Santanchè (Ansa), il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro e il figlio del presidente Senato Ignazio La Russa (Il Foglio).
6️⃣ L’inflazione rallenta negli Usa
A giugno l’inflazione negli Stati Uniti è cresciuta del 3%, rallentando rispetto al 4% di maggio e segnando l’incremento più basso da maggio 2021 (Reuters). Il dato potrebbe influenzare le prossime decisioni della Fed riguardo all’opportunità di proseguire o meno con l’innalzamento dei tassi.
7️⃣ Addio
Lo scrittore ceco naturalizzato francese Milan Kundera, autore del best seller internazionale “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, è morto a Parigi all’età di 94 anni (Doppiozero).
Buone letture
Per finire in bellezza, perché la vita non è solo “hard news”, il nostro approfondimento domenicale in omaggio per te.
*️⃣ Stereotipi cerebrali
“Le donne hanno una minore capacità di orientamento nello spazio, mentre gli uomini sono meno portati al multitasking”. Almeno una volta nella vita chiunque si è imbattuto in un’affermazione di questo genere che propone un collegamento tra una particolare abilità e il peculiare funzionamento del cervello, determinato dal sesso biologico. Un classico esempio di “neurosessismo”, termine coniato dalla filosofa della scienza Cordelia Fine ormai quasi 15 anni fa per indicare un fenomeno a livello di studi scientifici che individua le differenze cerebrali come spiegazione dei diversi comportamenti o propensioni di uomini e donne (The Hill).
Un mito da smontare Il mondo della ricerca sta cercando da anni di contrastare questa tendenza e a giocare un ruolo determinante è stato anche il saggio “The Gendered Brain” del 2019, dove la neuroscienziata cognitiva Gina Rippon passa in rassegna, smontandoli, un gran numero di studi scientifici che hanno alimentato il neurosessismo. Uno dei più celebri era stato condotto a Yale nel 1995 e mostrava delle fotografie delle differenti attivazioni di aree cerebrali da parte di uomini e donne impegnati in compiti linguistici: una presunta prova di come le persone di sesso maschile e femminile utilizzassero diversamente il cervello nella stessa situazione (Nature).
Combattere i pregiudizi Seppur di forte impatto mediatico, i risultati di questo e altri studi mostrano alcuni limiti sul come consideriamo le ricerche neuroscientifiche. Da una parte si assiste a una semplificazione di risultati molto più articolati e complessi. Dall’altra c’è il tema degli stereotipi culturali che incidono sulla ricerca e del bias di conferma che porta a rafforzare le conoscenze già acquisite. Ma grazie a lavori di studiose come Fine e Rippon, si sanno facendo spazio i cosiddetti modelli multifattoriali che non riconducono le differenze degli individui solo ai loro geni e al sesso biologico, ma anche al contesto in cui sono cresciuti e alle esperienze personali (Il Tascabile).
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