Che settimana! #14/24
Raid israeliani uccidono operatori umanitari e un generale iraniano | La Nato pensa a un piano di lungo termine per l'Ucraina | L'opposizione turca si conferma nelle grandi città | Terremoto a Taiwan
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Questa è Che Settimana!, la rassegna con la sintesi delle notizie più importanti della settimana, fatta per te dalla redazione di Good Morning Italia.
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I fatti della settimana
Le sette notizie degli ultimi sette giorni da conoscere per non perdere il filo.
1️⃣ Raid continui
Un attacco aereo israeliano ha colpito gli uffici consolari e la residenza dell’ambasciatore dell’Iran a Damasco, in Siria, uccidendo 13 persone tra cui un alto comandante delle Guardie Rivoluzionarie; Teheran ha promesso ritorsioni (Euronews). Sette operatori della World Central Kitchen (Wck), ong che si occupava della distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia, sono stati uccisi in un raid israeliano: il premier Benjamin Netanyahu ha confermato la responsabilità dell’esercito, pur definendo l’attacco “non intenzionale” (Npr). La stessa Wck e altre ong hanno annunciato la sospensione delle proprie attività a Gaza (Guardian). Mentre decine di miglia di israeliani in piazza hanno invocato le dimissioni di Netanyahu (Cnn), in una telefonata con il premier israeliano il presidente Usa Joe Biden ha avvertito che il sostegno all’offensiva sarà condizionato all’adozione di misure concrete per proteggere i civili (Ap).
2️⃣ Il piano degli Alleati
Riuniti a Bruxelles in occasione del 75° anniversario della firma del Patto Atlantico, i ministri degli Esteri della Nato si sono confrontati su un programma di aiuti militari “prevedibili e di lunga durata” per sostenere l’Ucraina, annunciato dal segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. Secondo le indiscrezioni, potrebbe avere una dotazione di 100 miliardi di euro e una durata di cinque anni (Reuters). Gli Stati Uniti hanno invitato alla cautela su alcuni aspetti della proposta, come la sostituzione di Washington nel coordinamento del Gruppo di Ramstein (Politico).
3️⃣ Mosca ci cova
Una rete filo-russa avrebbe coinvolto alcuni europarlamentari in un giro di finanziamenti occulti per interferire nelle elezioni Ue di giugno e promuovere la propaganda russa, ha riferito il premier belga Alexander De Croo (Politico). Rivelazioni arrivate dopo che il governo della Repubblica Ceca ha disposto la chiusura del portale di informazione online “Voice of Europe”, dietro cui ci sarebbe l’oligarca ucraino Viktor Medvedchuk, vicino al presidente russo Vladimir Putin (Reuters).
4️⃣ Il Sultano dimezzato
Il sindaco uscente di Istanbul Ekrem Imamoglu, del partito Chp, è stato confermato alla guida della città con oltre dieci punti percentuali sul rivale dell'Akp, formazione del presidente Recep Tayyip Erdogan. Uno scenario analogo si è presentato nella capitale Ankara, con la rielezione di Mansur Yavas, anch’egli del Chp. L'opposizione ha vinto anche in altre grandi città come Smirne e Bursa. Sia Imamoglu wiq Yavas sono considerati potenziali sfidanti di Erdogan alle presidenziali del 2028 (Bbc).
5️⃣ Doppia fiducia
La Camera ha bocciato con 211 no, 129 sì e 3 astenuti la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, sulla base dei legami tra il suo partito, la Lega, e quello del presidente russo Vladimir Putin, “Russia Unita”. Con 213 no, 121 sì e 3 astenuti è stata respinta anche la mozione contro la ministra del Turismo Daniela Santanchè per il coinvolgimento nelle indagini che riguardano alcune aziende in passato di sua proprietà: in questo caso, Italia Viva ha votato insieme alla maggioranza di centrodestra (Pagella Politica).
6️⃣ Prezzi in discesa
Secondo la prima stima di Eurostat, a marzo l'inflazione dell'Eurozona dovrebbe attestarsi al 2,4% su base annuale, in calo rispetto al 2,6% di febbraio. L'inflazione di fondo, al netto cioè dei beni alimentari freschi ed energetici, è stimata al 2,9%, rispetto al 3,1% di febbraio (EurActiv). I dati, migliori delle attese, alimentano le speranze su un taglio dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea (Euronews).
7️⃣ La terra trema
A Taiwan, un terremoto di magnitudo 7,4 - il più forte degli ultimi 25 anni (Bbc) - ha fatto nove vittime, 1050 feriti e 52 dispersi (Reuters). Il sisma ha bloccato temporaneamente la produzione di microchip, di cui l’isola è leader mondiale (Bloomberg), ma in generale i danni sono stati contenuti grazie alla preparazione di Taiwan di fronte all’emergenza (Ap).
Buone letture
Per finire in bellezza, perché la vita non è solo “hard news”, il nostro approfondimento domenicale in omaggio per te.
*️⃣ Ossessionati dal personal branding
Nel suo “Self-Made: Creating Our Identities from Da Vinci to Kardashian”, la scrittrice Tara Isabella Burton ripercorre come nei secoli alcuni personaggi abbiano costruito la propria immagine con un processo che oggi riconduciamo al cosiddetto “personal branding” (NextBigIdeaClub). Era stato il guru Tom Peters alla fine degli anni ‘90 a introdurre il mantra del diventare “imprenditori di sé stessi” (Forbes), con un articolo dal titolo evocativo “The Brand called You”, ancora oggi consultabile su Fast Company. Probabilmente un’idea troppo futuristica che non ebbe il successo sperato, anche se le cose sarebbero cambiate nel corso di poco più di un decennio.
Il boom dell’autopromozione L’esplosione nell’utilizzo dei social network e delle piattaforme come LinkedIn in concomitanza della crisi economica scoppiata negli Usa tra il 2007-2008 ha spinto molte persone a rendere la cura della propria identità online un elemento centrale della vita, lavorativa e non (Il Tascabile). Negli ultimi anni la retorica del personal branding ha avuto un tale boom da portare alla continua pubblicazione di articoli con suggerimenti su come gestire al meglio la propria immagine (Npr). Una tendenza accentuata dal fatto che la Generazione Z ritiene l’autopromozione un elemento fondamentale nel mondo del lavoro (Business Standard).
Non è tutto oro… Ma la visione ossessiva del marketing del sé ha anche causato importanti contraccolpi. Come notato dal Nyt, la trasformazione degli individui in brand ci ha ridotti a prodotti da valutare, piuttosto che persone da conoscere o da approfondire. Un’altra riflessione ha invece sottolineato che quando tutto è trasformato in contenuto si arriva a un punto in cui non esiste più una differenza tra chi siamo e cosa facciamo (Nyt). Curiosamente è proprio un articolo su Fast Company, su cui era nato il mito del personal branding, a sancire il superamento di questo concetto che porta solamente a creare delle identità inesistenti nella realtà.
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